Caput imperare


Portiere di notte
Si dice che solo le persone forti hanno il coraggio di ricoprire i grandi ruoli, e che solo i valorosi possono ergersi a difesa delle grandi opere. Vi sembra poco per tracciare il profilo dei numeri 1 che difendono una porta di calcio , durante una partita. Costantemente vigili a dirigere la difesa, attenti a non sbagliare il minimo intervento. Sì , perchè l'errore del portiere è quello qui evidente, salta subito all'occhio; se si subisce il goal, si vanificano gli sforzi di tutta la squadra. Nessuno tiene conto della parata precedente o del salvataggio estremo compiuto qualche minuto prima. Tanti inoltre, sono convinti che non è richiesto uno sforzo fisico particolare per stare fra i pali. Provate a farlo e vi renderete conto del dispendio di energie fisiche e nervose, senza tener conto del duro lavoro di allenamento e preparazione mentale agli eventi. Al pari di altri mestieri, il ruolo del portiere richiede pazienza, attenzione e una forza interiore da uomini veri, capaci di assumersi importanti responsabilità in maniera perentoria e decisa. Allora tessiamo le lodi di questi grandi personaggi e riconosciamone i meriti!!!!!!

Nella storia dei guardiens de but si ricordano tanti personaggi famosi:
Il primo portiere di caratura mondiale fu senza dubbio Ricardo Zamora, chiamato il Divino, dotato di uno stile plastico ma sicuro. Nel dopoguerra, portieri di assoluto valore furono il sovietico Lev Jašin, detto il Ragno Nero per via del colore della sua tenuta di gioco, l'ingleseGordon Banks detto Banks of England, ritenuto da molti osservatori il miglior portiere della storia del calcio d’Oltremanica; “Sepp” Maier, Dino Zoff e Ubaldo Matildo Fillol detto el Patoanatra). Gli anni Settanta videro fiorire una generazione di portieri dallo stile più disinvolto rispetto a quello, molto freddo e formale, di estremi difensori come Zoff e Maier. Tra tutti si ricordano lo svedese Ronnie Hellström, dalla grande tecnica ma dall’atteggiamento guascone in campo e fuori, e l’olandese Jan Jongbloed, famoso per lasciare spesso la porta e proporsi al rilancio come libero aggiunto, e per giocare in porta con il numero 8 sulle spalle. In tempi più recenti un portiere che richiamava l’estro e l’esuberanza dei suoi colleghi di vent’anni prima fu certamente il colombiano René Higuita, che in campo si esibiva talora con la parata cosiddetta "dello scorpione" (appoggiandosi sulle mani e respingendo il pallone con i talloni uniti).
Ovidio: Diventa lieve il carico a chi sa ben sopportarlo.

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